Il loro piccolo mondo segreto resistette fino a Capodanno. – RiVero

Il loro piccolo mondo segreto resistette fino a Capodanno.

«Mamma, dov’è quello zio da cui andiamo di nascosto senza papà?» chiese all’improvviso la bambina.

Oksana trattenne il fiato. Il cucchiaio le tremò nella mano. Per un istante, il tintinnio delle posate e il fruscio delle conversazioni svanirono. Rimase solo quella domanda, sospesa nell’aria come una sentenza.

La donna si affrettò a cambiare discorso, ma ormai era tardi. Gli occhi di Nikolai si erano già posati su di lei, taglienti come vetro rotto. E quelli della suocera, pieni di giudizio, bruciavano più del vino che scaldava i bicchieri.

Due mesi prima
Oksana aveva ricominciato a vivere solo quando aveva smesso di fingere. Dopo anni in cui ogni gesto era misurato, ogni parola calibrata per non far scattare l’ira di suo marito, aveva riscoperto la leggerezza della sincerità… ma solo con uno.

Lo chiamava “zio” per Alina, anche se non era parente. Il suo vero nome era Emil. Un artista caduto in disgrazia, ex professore universitario, che ora viveva nella vecchia casa di tronchi ai margini del quartiere. Lo aveva conosciuto per caso al mercato: parlava poco, ma con uno sguardo sapeva leggere l’anima.

Oksana iniziò a frequentarlo di nascosto. Non per amore romantico, ma per un tipo di legame più raro: quello tra due sopravvissuti. Lui alle sue perdite, lei al suo matrimonio.

Alina, precoce e intuitiva, percepiva che in quelle visite c’era qualcosa di proibito, e dunque, affascinante. Quando decise di seguirla, Oksana scelse di non mentire più, almeno a sua figlia. Le raccontò che Emil era un amico speciale, un uomo buono che non aveva più nessuno al mondo.

La bambina gli portava biscotti, disegni, storie. E lui, in cambio, le raccontava fiabe di boschi incantati, con fate che scappavano da castelli dorati per rifugiarsi in tane di volpi e capanne segrete.

Il loro piccolo mondo segreto resistette fino a Capodanno.

La rivelazione
«Mamma, dov’è quell’uomo da cui andiamo di nascosto senza papà?»

La domanda riecheggiò tra le decorazioni e i sorrisi forzati. Il silenzio che seguì fu più eloquente di mille risposte. Nikolai fissava Oksana. Lei abbassò gli occhi, non per vergogna, ma per proteggere quella fragile verità.

«Di chi sta parlando?» chiese il suocero.

Oksana sollevò lentamente il capo.

«Parla di Emil, un uomo che mi ha aiutata quando avevo bisogno di ricordare chi sono.»

Nikolai esplose. L’accusò di tradimento, di follia, di mettere in pericolo la loro figlia. Ma Oksana non gridò. Restò calma, come Emil le aveva insegnato: «Le persone urlano quando hanno paura della verità.»

Epilogo
Oksana se ne andò qualche giorno dopo, con Alina per mano. Non tornò mai più in quella casa.

Emil le aiutò a trovare un piccolo appartamento in città. Lì, tra piante sui davanzali e libri sparsi, Oksana scrisse la sua prima storia. La intitolò “La Casa al Confine del Silenzio”. Era la storia di una madre, una figlia e un uomo che nessuno voleva vedere, ma che salvò due vite semplicemente offrendo ascolto.

E ogni Capodanno, Alina chiedeva ancora:
«Mamma, andiamo a trovare lo zio Emil?»
E Oksana sorrideva:
«Certo, tesoro. Ma stavolta, senza segreti.»

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