Dentro giaceva la bambina – il suo viso sereno, come se dormisse. Ma fu subito chiaro: respirava.
Qualcuno urlò. Il medico curante corse alla bara, le posò l’orecchio sul petto e urlò:
– È viva! È viva! Chiamate subito un’ambulanza!
Il padre rimase sotto shock, incapace di credere ai suoi occhi, finché non udì un debole lamento – debole, ma reale. Cadde in ginocchio e scoppiò a piangere.
Sua figlia, che tutti avevano già pianto, era viva. Uno stato di sonno letargico – estremamente raro e quasi impercettibile senza una diagnosi approfondita – aveva ingannato i medici. Era stata dichiarata prematuramente morta.
Ma come faceva Dakota a saperlo?
La risposta fu trovata in seguito. Il cane era stato addestrato a rilevare anche i minimi cambiamenti nel respiro e nel polso della bambina: aveva sofferto di convulsioni che avevano quasi fatto scomparire i suoi parametri vitali.
Dakota le aveva già salvato la vita diverse volte allertando i genitori prima dell’arrivo dell’ambulanza. E questa volta, quando i dottori si erano arresi, Dakota sapeva che non era la morte.
Fu l’ultima a sentire il respiro della sua piccola padrona, e l’unica a rifiutarsi di accettare la fine.