Karina, visibilmente imbarazzata, cominciò a sistemarsi la camicetta, come se il gesto potesse cancellare l’inquietudine che Diana aveva appena suscitato. Il ciondolo, ora ben visibile al collo della sua amica, sembrava brillare con un’intensità che non passava inosservata. Diana non riusciva a distogliere lo sguardo da quella decorazione, un pezzo che non solo conosceva, ma che aveva anche un valore emotivo profondo.
“Non può essere…” pensò Diana, mentre un senso di disagio la pervadeva. Sapeva che quel ciondolo non era un gioiello comune, ma un ricordo di sua madre, qualcosa che non avrebbe mai dovuto finire tra le mani di qualcun altro, tantomeno di Karina.
“Karina, sei sicura di non sapere da dove viene?” chiese Diana, cercando di mascherare l’agitazione nella voce.
Karina scrollò le spalle con noncuranza, ma non riuscì a guardarla negli occhi. “Non ricordo davvero. L’ho trovato in una scatola di gioielli che mia madre mi ha lasciato anni fa. Pensavo fosse solo un vecchio pezzo, niente di speciale.”
“Un vecchio pezzo?” ripeté Diana, cercando di capire se c’era qualcosa che non quadrava.
Roma, che aveva continuato a mangiare in silenzio, sembrava più distaccato che mai. Diana si girò verso di lui, cercando una conferma o una spiegazione. Il suo viso era pallido, come se avesse appena visto un fantasma. Ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Diana, lui si fece subito più serio, come se stesse cercando di nascondere qualcosa.
“Non è proprio… non è un semplice ciondolo,” mormorò Roma, senza alzare troppo la testa dal piatto.
Diana si fece più vicina, sentendo un nodo allo stomaco crescere mentre cercava di capire cosa stesse succedendo. “Cosa stai cercando di dire?”
Roma non rispose subito, ma il suo sguardo si fermò di nuovo sul ciondolo. Per un attimo, sembrò che volesse dire qualcosa, ma poi si tirò indietro, come se non fosse il momento giusto. Diana, impaziente e sempre più sospettosa, si alzò e si avvicinò a Karina.
“Karina, per favore, dimmi la verità. Dove l’hai trovato esattamente?” La voce di Diana non era più morbida, ma tesa, quasi supplichevole.
Karina guardò il ciondolo con un’espressione che non aveva mai visto prima, una sorta di paura negli occhi. “Non lo so… davvero,” rispose, ma il suo tono vacillava. “Ma… c’è qualcosa che non va?”
Diana sentiva che quella storia non stava tornando. C’era qualcosa di oscuro dietro quel ciondolo, qualcosa che aveva a che fare con sua madre e con il passato che non era mai stato completamente svelato.
“Roma,” disse Diana, voltandosi verso di lui con un’espressione severa, “parlami, adesso. Perché non stai dicendo tutto?”
Roma alzò lentamente lo sguardo, come se fosse stato finalmente costretto a parlare. “Quell’oro, Diana,” iniziò con voce tremante, “è un metallo molto particolare. Quella farfalla, è… è qualcosa che avevamo visto insieme, molto tempo fa. Ti ricordi quando tua madre… ti aveva parlato del ciondolo?”
Diana lo guardò, i ricordi che affioravano come un fiume in piena. La sua mente tornò a una sera, molti anni prima, quando sua madre le aveva raccontato di quel ciondolo in modo particolare, come se fosse un segreto, una reliquia di famiglia che nessuno avrebbe dovuto mai perdere.
“Roma, dimmi che non stai dicendo quello che penso,” disse Diana, tremante.
Roma, con un sospiro profondo, continuò: “Quella farfalla… non è solo un gioiello. Era un regalo speciale di tua nonna per tua madre, un oggetto carico di significato. Dopo che tua madre l’ha messo da parte, è stato nascosto. Dovevamo proteggerlo.”
“Perché, Roma?” chiese Diana, mentre un brivido le correva lungo la schiena. “Cosa c’è dietro?”
“Non è solo un pezzo d’oro,” disse Roma a bassa voce. “C’è una storia legata a quel ciondolo, una storia che non ti abbiamo mai raccontato, perché è pericolosa. Tua madre l’ha indossato in momenti cruciali della sua vita. E quando è stata in difficoltà, si è rivelato che il ciondolo aveva un potere… ma solo quando veniva indossato da chi ne conosceva il vero valore.”
Diana era scioccata, incapace di respirare. “Cosa significa tutto questo?”
Roma si alzò, la sua espressione scura e grave. “Non posso dirti tutto, Diana. Ma quella farfalla è più di un talismano. È una chiave.”
“A una cosa che… che non dovrei sapere?” chiese Diana, ormai terrorizzata.
Karina, che aveva ascoltato silenziosamente, ora sembrava ancora più imbarazzata. “Mi dispiace,” sussurrò, “non sapevo che fosse così importante. Non volevo…”
Diana la guardò, ma non riusciva a trovare parole. Il ciondolo, che per anni aveva custodito come un ricordo affettuoso di sua madre, ora sembrava qualcosa di ben diverso: una connessione a misteri che non aveva mai sospettato.
“Roma, dobbiamo scoprire di più,” disse infine Diana, con determinazione. “Devo sapere di più su questo.”
Roma fece un lungo respiro, guardando il ciondolo con occhi pieni di preoccupazione. “Lo so, ma la verità potrebbe cambiare tutto.”