Mia sorella Alina era sempre stata la preferita. – RiVero

Mia sorella Alina era sempre stata la preferita.

Bella in modo cinematografico, carismatica, la regina delle stanze in cui io passavo inosservata. Io ero la sorella minore: Eliza, capelli sempre in disordine, troppo silenziosa, troppo corretta per piacere davvero a qualcuno.

Alina aveva avuto tutto. Persino David.

L’uomo per cui, per due anni, avevo avuto sentimenti che mi ero proibita perfino di nominare. Lo avevo conosciuto prima io. Ma lui scelse lei. E io… mi feci da parte. Come sempre.

Quando arrivò il giorno del loro matrimonio, sapevo che avrei dovuto indossare il mio sorriso di riserva e fingere. Lo facevo da una vita.

Non mi aspettavo però di essere il bersaglio.

Capitolo 2 – L’umiliazione
Il ricevimento era spettacolare. Rose bianche, luci soffuse, musica d’archi. La cerimonia era appena finita, e la gente rideva, beveva, brindava. Io sedevo in silenzio, fingendo di non notare gli sguardi curiosi.

Poi Alina prese il microfono.

«Posso dire una cosa prima del ballo?»
Il pubblico applaudì. Lei sorrise. Un sorriso freddo.

«Voglio ringraziare mia sorella Eliza. Senza di lei, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Davvero.»
Risate.
«È sempre stata brava a stare nell’ombra. A non voler mai nulla per sé. A restare zitta. È bello avere una sorella che non fa mai concorrenza.»

Le risate divennero più forti.
Io rimasi immobile, come pietra.

Poi aggiunse, con finta dolcezza:
«Ma davvero, Eliza, grazie per non aver cercato di rubarmi la scena. Nemmeno lui.»

Silenzio improvviso. Poi mormorii.
Io impallidii.
Lei mi guardava. Sapeva.

E a quel punto, lo sposo si mosse.

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