L’ultima metamorfosi di Veronica Vale – RiVero

L’ultima metamorfosi di Veronica Vale

Veronica Vale era una di quelle donne che sembravano nate per brillare, anche quando nessuno la stava guardando. Nella sua giovinezza, negli anni ’50, incantava chiunque con un solo sorriso: capelli rosso fuoco, occhi da gatta e gambe allenate da anni di danza classica.

Sognava il cinema, le luci di Broadway, la copertina di “Life”. E per un po’ ci arrivò vicino. Lavorò nei cabaret di Parigi, fece la ballerina in un circo itinerante, posò per riviste di moda e scrisse oroscopi sotto pseudonimo per un quotidiano di Miami.

Era una donna che non sapeva stare ferma. A 40 anni decise che la televisione era il suo prossimo palco: partecipò a talk show, programmi trash e persino una trasmissione di wrestling femminile che lei stessa contribuì a ideare.

Ma ciò che davvero affascinava – o sconvolgeva – chi la incontrava, era la sua capacità di trasformarsi. Veronica, con il passare del tempo, aveva deciso che il proprio volto non sarebbe mai invecchiato.

 

Cominciò con discrezione: un filler, un piccolo lifting. Poi vennero i ritocchi ai zigomi, alle labbra, agli occhi. Le sopracciglia arcuate sembravano disegnate da un pittore surrealista. Il suo volto, una volta morbido e pieno di vita, si fece sempre più simile a una maschera teatrale: levigato, lucido, tirato verso un’eterna giovinezza artificiale.

La stampa non fu gentile. “La donna che ha perso il volto”, scrivevano. “La regina della plastica”. Ma Veronica non sembrava toccata da quei titoli.

— “Io sono arte. E l’arte non invecchia: evolve.”

Era orgogliosa della sua apparenza, delle sue scelte, e del modo in cui sfidava il tempo. Continuava a sollevare pesi in palestra a 85 anni, faceva stretching ogni mattina e beveva solo acqua di cocco. Diceva che l’anima non ha rughe, e che il corpo era solo il suo contenitore da decorare a piacimento.

Ma c’era un dettaglio che nessuno conosceva: ogni anno, il giorno del suo compleanno, Veronica si sedeva da sola davanti a uno specchio antico, nella sua camera dai tendaggi viola, e guardava a lungo la propria immagine riflessa.

Nessuno sapeva cosa vedesse. Lei non ne parlava. Ma un giorno, quando aveva già superato i novant’anni, confidò alla sua nipotina, Alma:

— “Le persone pensano che ho cambiato volto. In realtà, ho solo tirato fuori quello che ho sempre avuto dentro. Un volto che non ha paura di essere diverso.”

Morì serena, nel sonno, all’età di 101 anni, circondata da fotografie in bianco e nero di una vita in mille forme.

Al suo funerale, la nipote Alma lesse le sue ultime parole annotate su un vecchio quaderno:

“Non sono mai voluta essere bella. Solo indimenticabile.”

E così fu.

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