“Che stai leggendo?” chiese, iniziando una conversazione che presto divenne un filo sottile che li legò insieme. – RiVero

“Che stai leggendo?” chiese, iniziando una conversazione che presto divenne un filo sottile che li legò insieme.

Quando Matteo aveva ventiquattro anni, pensava che la bellezza fosse un concetto di gioventù. Donne con pelle liscia, occhi luminosi e corpi snodati erano l’apice della sua attenzione. Ogni nuovo incontro con una donna più giovane lo rendeva entusiasta e affascinato. Crescendo, però, il suo punto di vista cambiò, senza che nemmeno se ne accorgesse.

A trentacinque anni, dopo una lunga relazione che lo aveva segnato profondamente, Matteo iniziò a guardare il mondo con occhi diversi. La superficialità, che un tempo lo aveva guidato, cominciò a sembrare vuota. Le conversazioni leggere, i gesti troppo perfetti, il silenzio imbarazzante quando si parlava di emozioni… Tutto gli sembrava insignificante. Il suo cuore, ormai più maturo, desiderava qualcosa di più profondo, più genuino.

Fu in un bar di una piccola città, in una giornata di pioggia, che incontrò Laura. Aveva cinquantadue anni e, al contrario di molte donne della sua età, non cercava di sembrare più giovane. Indossava un abito semplice, ma con un’aria di eleganza che non richiedeva approvazione da parte degli altri. I suoi capelli, grigi e ondulati, incorniciavano il volto, ma erano i suoi occhi a colpirlo di più: occhi che raccontavano storie, che sapevano ridere senza paura e, soprattutto, che avevano visto il tempo passare senza rimpianti.

Matteo la notò quando si sedette al bancone, con un libro in mano. Non erano le sue rughe a parlarne, ma la calma con cui si muoveva, il sorriso che le faceva increspare le labbra senza troppa enfasi. Decise di avvicinarsi, e fu una delle scelte più semplici e naturali della sua vita.

“Che stai leggendo?” chiese, iniziando una conversazione che presto divenne un filo sottile che li legò insieme.

Laura sorrise, notando l’inquietudine negli occhi di Matteo. Non si offrì di risolvergli il suo tormento, ma semplicemente ascoltò. Quando parlavano, lei non dava risposte facili, non diceva cose che volevano piacere, ma rispondeva con sincerità. Le sue parole erano misurate, ma piene di un’esperienza che il giovane Matteo non conosceva ancora.

Col passare del tempo, Matteo iniziò a vedere un mondo che prima gli era sfuggito. Le conversazioni con Laura lo facevano sentire a casa, come se potesse essere sé stesso senza paura di giudizi. Lei gli parlava di viaggi, di amori finiti, di passioni che si erano evolute con gli anni, di come fosse diventata più paziente, più consapevole. Il suo corpo non era quello di una ventenne, ma la sua presenza riempiva la stanza in un modo che Matteo non aveva mai incontrato prima.

Le donne più giovani, pur bellissime e affascinanti, ora gli sembravano un po’ vuote. Non avevano quella profondità che aveva imparato ad apprezzare in Laura. Le chiacchiere leggere, le corse affannose per sembrare sempre perfette, gli sembravano futili. Laura, invece, non cercava l’approvazione di nessuno, e questo la rendeva infinitamente più affascinante.

A cinquant’anni, la bellezza di Laura era diversa, ma più radicata, più vera. Matteo si rese conto che apprezzare una donna non significava solo ammirare l’aspetto fisico, ma entrare in sintonia con la sua storia, con le cicatrici che raccontavano di scelte fatte e di esperienze vissute.

Quando, qualche mese dopo, Matteo le chiese di uscire, Laura gli sorrise con quella stessa calma di sempre. E fu in quel momento che Matteo comprese che, mentre il tempo aveva cambiato la sua prospettiva, lo aveva anche arricchito. Più invecchiava, più capiva che la vera bellezza non risiedeva nell’aspetto, ma nel coraggio di essere sé stessi, nella capacità di aprirsi alla vita con tutte le sue imperfezioni.

E così, mentre il tempo passava, Matteo cominciò ad apprezzare sempre più le cinquantenni, quelle donne che avevano vissuto abbastanza da conoscere la propria forza e la propria vulnerabilità. E la cosa più bella era che, a differenza delle donne più giovani, non avevano bisogno di dimostrare nulla.

Оцените статью
“Che stai leggendo?” chiese, iniziando una conversazione che presto divenne un filo sottile che li legò insieme.
Anche io sento la tua mancanza… Ma sai quanto è difficile trovare il tempo.