Clara aveva appena compiuto settant’anni. Nella sua casa ordinata e luminosa, si sedeva ogni mattina sul divano con un caffè e il suo ebook reader, godendosi un silenzio che per lei aveva sempre avuto il suono della libertà.
Non aveva figli. Mai voluti, mai cercati. E non perché non amasse i bambini, ma perché aveva sempre saputo che il suo cammino era un altro. Da giovane, Clara aveva viaggiato per il mondo, insegnato lingue in paesi lontani, scritto articoli per riviste culturali e, più tardi, si era dedicata al restauro di vecchi mobili. Ogni scelta, ogni rinuncia, era stata consapevole.
“Non ho barattato la mia libertà per pannolini, biberon e bambini urlanti”, diceva spesso con un sorriso sereno. Non c’era traccia di rimpianto nella sua voce. Aveva amato uomini, donne, città, paesaggi. Aveva vissuto pienamente. Eppure, il mondo sembrava non accettare del tutto la sua indipendenza.
Durante le riunioni di famiglia, qualcuno lasciava sempre cadere battute sul fatto che “una vera donna diventa madre”, oppure “chissà chi si prenderà cura di te, ora che sei anziana”. Ma Clara non si lasciava ferire. Aveva costruito una rete di affetti sincera, fatta di amici veri, di libri, di scelte vissute con coraggio.
Quel giorno, mentre sedeva sul divano con le gambe elegantemente accavallate, rifletteva sul post che stava per pubblicare sui social. Un pensiero semplice ma necessario: “Non giudicate chi sceglie una strada diversa dalla vostra. Non compatitemi: io sono felice. E ho scelto ogni istante della mia vita con amore e rispetto per me stessa.”
Nel tempo dei cliché, Clara era una storia fuori dagli schemi. Una donna che aveva detto no ai dettami e sì a sé stessa. E, forse, proprio per questo, aveva vissuto davvero.
Se vuoi, posso sviluppare una versione più lunga o trasformare questa storia in forma narrativa o autobiografica.
