Dopo aver lavato la tomba abbandonata di qualcun altro nel cimitero, la mattina dopo rimasi SBALORDITO da ciò che vidi… – RiVero

Dopo aver lavato la tomba abbandonata di qualcun altro nel cimitero, la mattina dopo rimasi SBALORDITO da ciò che vidi…

Ciao mamma! Oh, cosa ti dirò adesso! — la figlia si rivolse alla madre con voce gioiosa. — Volevo dirtelo già da ieri. Ieri ho avuto un incontro davvero straordinario in biblioteca. Incontrai Vera, con la quale ero amica fin dalla quinta elementare. Dovresti assolutamente ricordarti di lei. I suoi genitori si trasferirono poi a Praga perché suo padre era stato invitato a lavorare lì con un contratto.

Di conseguenza, l’intera famiglia rimase lì in modo permanente e si ambientò bene nel nuovo posto. All’inizio Vera e io non ci riconoscemmo, perché erano passati tanti anni. Ma non appena ha pronunciato il suo cognome, qualcosa è scattato nella mia testa e tutti i ricordi sono tornati a galla.

Mi sono ricordato subito chi era. Sicuramente anche tu ti ricorderai di lei, mamma. Una volta io e Vera abbiamo rotto accidentalmente il tuo vaso di vetro rosso preferito mentre giocavamo a nascondino.

Ti ricordi? Eravamo così spaventati dalla tua reazione che per molto tempo non abbiamo osato confessarlo. Allora, mamma. Vera ha detto che a Praga è andato tutto alla grande.

Terminò la scuola, si iscrisse all’università e iniziò a lavorare in una grande azienda. Abbiamo parlato tanto del passato, dei nostri scherzi e dei sogni d’infanzia. Era vera nostalgia.

Ho anche pensato a quanto sorprendentemente a volte la vita ci faccia incontrare persone del passato. Era come se fossi tornato alla mia meravigliosa infanzia, quando tu eri ancora vivo. E subito corresse la fotografia della sua amata madre sulla tomba.

A causa del vento, pendeva leggermente verso sinistra. E continuò il suo monologo silenzioso al cimitero. Sai, mamma, anche Vera ha condiviso notizie della sua vita.

Sta bene. Lavora come designer ed è felicemente sposata. Ha un marito e due figli, nati a un anno di distanza l’uno dall’altro.

Sono due ragazzi carini, di dieci e undici anni. Lei mostrò loro felicemente le foto sul suo telefono. E immaginate, tutta la loro famiglia è tornata qui un anno fa.

Ok, mamma, ora devo andare. Correrò e tornerò sicuramente da te sabato prossimo. Se mi fermo fino a tardi adesso, potrei perdere il treno.

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Martina, ancora scossa, guardò Max negli occhi. “Tu sapevi,” mormorò, commossa.